Oggi è l’ultimo giorno del mio Master dei Talenti della Società Civile. E, proprio ora, è in corso la stampa dell’ultima copia cartacea della rivista VpS, su cui ho basato la mia ricerca per un modello imprenditoriale nuovo e orientato all’informazione e formazione online. La fine di un’epoca? Sì. Ma un’altra è già alle porte.

Vecchie copie di VpS
Volontari per lo Sviluppo in versione rivista cartacea

Sul blog Socialmente Ong 2.0 ho riportato la conclusione della mia tesi. Una riflessione sul lavoro svolto in questi 12 mesi e al tempo stesso un augurio di buena suerte per il futuro di VpS:

Proprio in questi giorni è stato pubblicato e diffuso online il rapporto della Columbia School of Journalism sul futuro del giornalismo. Il rapporto, dal titolo “Post-Industrial Journalism: Adapting to the Present”,  redatto da C.W. Anderson, Emily Bell e Clay Shirky, ben evidenzia le trasformazioni in atto nel sistema della produzione e fruizione di contenuti di informazione. “Scompare la linearità di processo e la passività dell’audience”, scrive in una sintesi Pier Luca Santoro nel suo blog. Dove vengono citati anche due punti chiave del rapporto, applicabili alla situazione in cui Volontari per lo Sviluppo ha operato delle scelte radicali, ma indirizzate verso un futuro più sostenibile, per quanto riguarda la dismissione della pubblicazione cartacea: il primo è quello che sottolinea un’avvenuta rottura rispetto al passato, ovvero quella parte di “sovvenzione, di finanziamento, del giornalismo che era rappresentato dall’advertising”. Il secondo, quello in cui la redazione di VpS crede molto, esprime l’idea che vi siano “molte opportunità per fare un buon lavoro giornalistico in nuovi modi”. Modi che nei dodici mesi di ricerca ho potuto monitorare, valutare e studiare anche grazie ad una mappatura dei bisogni e delle necessità del mercato del settore non profit che ha evidenziato le lacune di formazione e informazione nel campo delle nuove tecnologie della comunicazione per la cooperazione internazionale.

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